AI Max, Ads in AI Overviews
Negli ultimi anni la regola è stata semplice: l’utente cerca, Google mostra risultati e link, l’utente clicca ed entra nel sito. Oggi questo meccanismo si sta sgretolando. Con il lancio globale di Google AI Max e l’introduzione degli Ads in AI Overviews, il web smette di essere una rete di collegamenti e diventa un ecosistema chiuso, in cui la risposta e la pubblicità si fondono nello stesso spazio narrativo.
Per il settore alberghiero, abituato a competere nelle SERP contro OTA e portali di recensioni, significa una cosa sola: stiamo entrando nell’era post-search.
Che cos’è AI Max
AI Max è la nuova tecnologia di Google pensata per integrare la pubblicità all’interno delle risposte generate dall’intelligenza artificiale. Non è l’AI che scrive i contenuti (questo è il compito del modello di Google), ma è il motore che:
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interpreta l’intento dietro la ricerca, andando oltre le keyword tradizionali;
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genera testi pubblicitari dinamici e personalizzati;
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indirizza l’utente a pagine specifiche del sito (es. la sezione spa, il ristorante, la pagina di prenotazione) invece che alla homepage.
Il risultato è che, se prima un utente cercava “miglior boutique hotel con spa a Roma” e trovava una lista di link, ora riceve direttamente una risposta conversazionale in cui gli hotel sponsorizzati possono essere citati nel testo stesso.
Dal clic alla presenza narrativa
Il cambiamento più radicale è che il click non è più centrale. L’utente può ottenere una risposta completa senza uscire dall’ambiente Google.
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Prima: annuncio ben visibile in alto, risultati organici sotto, scelta binaria → cliccare o ignorare.
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Adesso: l’annuncio è integrato nella risposta AI e diventa parte della narrazione.
La conseguenza? Il posizionamento tradizionale perde rilevanza. Conta la capacità di essere menzionati dalla macchina all’interno della risposta generata.
Impatti per gli hotel
1. Funnel compresso
Il percorso classico ispirazione → valutazione → decisione si riduce. Con Ads in AI Overviews, l’utente riceve la risposta già “pronta” e può passare alla prenotazione in un unico passaggio.
2. Nuove metriche
Il CPC (costo per clic) non è più la metrica principale. In molti casi non ci sarà alcun clic. Torna centrale il CPM (costo per mille impression), perché la semplice presenza in una risposta AI diventa il vero valore.
3. Opportunità di ispirazione anticipata
Gli hotel possono essere visibili anche in query non strettamente legate al brand. Esempio: una ricerca su “cene gourmet a Firenze” potrebbe includere un hotel con ristorante stellato, senza che l’utente stesse cercando esplicitamente un albergo.
4. Rischio invisibilità
Se non sei parte dell’ecosistema AI Max, la tua struttura rischia di sparire, oscurata da competitor o OTA che investono per essere inclusi nella narrazione AI.
Il paradosso della narrazione AI
Per gli hotel si apre un nuovo scenario: il brand non è più interamente sotto il proprio controllo. È l’algoritmo di Google a decidere come raccontarlo, quali asset usare, quali punti di forza mettere in evidenza.
Questa opacità – il cosiddetto Transparency Abyss – significa che l’identità dell’hotel sarà sempre più co-costruita con l’intelligenza artificiale.
Come prepararsi
1. Ottimizzare gli asset digitali
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Pagine specifiche e ben strutturate (camere, spa, ristorazione).
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Testi chiari e ricchi di contenuti che l’AI possa “riusare”.
2. Ripensare il budget pubblicitario
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Spostare parte degli investimenti verso upper funnel e brand storytelling.
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Sperimentare i formati AI Max fin da subito.
3. Monitorare nuove metriche
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Impression, share of voice e CPM diventano fondamentali.
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Non guardare solo a clic e conversioni dirette.
4. Gestire la convivenza con le OTA
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Essere presenti significa difendere la propria visibilità, anche pagando, ma differenziandosi con unicità ed esperienz
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Con AI Max e gli Ads in AI Overviews, Google sta cambiando le regole del gioco: il web non è più fatto di collegamenti da cliccare, ma di narrazioni AI in cui i brand vengono scritti dentro.
Per gli hotel, questo significa due cose:
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Non si compete più solo per la posizione in SERP, ma per la presenza nel racconto AI.
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Bisogna adattarsi a un funnel più breve, a metriche diverse e a una visibilità che spesso non genera clic, ma influenza direttamente la decisione del viaggiatore.
In un mondo post-search, l’unico vero lusso è quello di essere ricordati dall’algoritmo. E chi capisce che l’AI è già la nuova interfaccia unica, potrà ancora restare visibile. Gli altri rischiano di svanire nel silenzio digitale.